28 Mar Kire: il bello in Giappone
Ryōsuke Ōhashi, Kire: Il bello in Giappone, Milano, Mimesis 2017.
A cura di Alberto Giacomelli.
Kire – vale a dire l’azione del «tagliare via» e del «recidere» – costituisce per Ryōsuke Ōhashi una categoria estetica e insieme una pratica che permea trasversalmente l’arte giapponese, dall’architettura alla scultura, dalla poesia alla pittura, dalla Via dei fiori a quella del tè e della spada. Kire rappresenta d’altro canto l’abbreviazione della formula kire-tsuzuki, che esprime l’esperienza della «dis/continuità», della «continuità del taglio» tra il fare artistico e l’irriflessa immediatezza della natura. Attraverso l’intervento dell’arte, la «naturalezza » viene apparentemente «tagliata via», ma in modo tale che la sua essenza originaria, più profonda ed intima, venga alla luce. Dagli albori della spiritualità shintoista alla contemporaneità, nella lettura di ?hashi la sfera d’azione dell’estetica travalica i tradizionali confini della teoria dell’arte e del bello per istituire una relazione essenziale con le dimensioni dell’etica, della religione e della storia, mantenendo vivo il confronto tra mondo occidentale e orientale.
Ryōsuke Ōhashi (1944) primo studioso giapponese ad ottenere l’Abilitazione presso la Julius-Maximilians- Universität Würzburg, è stato professore di Filosofia presso l’Università di Shiga, oltre che di Estetica e Filosofia dell’arte presso l’Università Tecnica di Kyōto (KIT) e l’Università di Ōsaka. Ha inoltre insegnato filosofia all’Università buddhista Ryoūkoku di Kyōto. È direttore onorario del «Nishida Kitarō Museum of Philosophy» a Kahoku e dal 2014 direttore del Japanisch-Deutsches Kulturinstitut di Kyōto. I suoi contributi spaziano dai campi della fenomenologia, dell’estetica e dell’idealismo tedesco a quelli del buddhismo e della Scuola di Kyōto.
Alberto Giacomelli (1983) dottore di ricerca in filosofia teoretica e pratica e assegnista presso il dipartimento FISPPA dell’Università di Padova, dove collabora con le cattedre di Estetica e Storia della filosofia contemporanea. Ha svolto attività di ricerca presso la Eberhard Karls Universität di Tubinga, la Humboldt e la Technische Universität di Berlino. I suoi principali interessi di studio riguardano l’estetica, l’intercultura e la filosofia di area tedesca del XIX e XX secolo, con particolare riferimento al pensiero di Nietzsche. Per Mimesis ha pubblicato Simbolica per tutti e per nessuno. Stile e figurazione nello Zarathustra di Nietzsche (2012).